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Archive for febbraio 2012

Apro Corriere.it e un flash in rosso campeggia in home: Bankitalia afferma  che nel 2012 sarà recessione. Pil a -1,5%. Neanche 10 ore fa il bollettino della Bce sprizzava fiducia da tutte le cifre: ripresa economica nel 2012 per i paesi dell’Eurozona. Un giorno in prima pagina leggi “la ripresa è vicina”, un giorno “siamo ancora nel pieno della crisi”. E’ la schizofrenia incontinente di chi  legge numeri come un oracolo, le cifre come segni quasi divini e le riassume in frasi spot,  in premonizioni spesso sconfessate dai dati del giorno dopo. Un calderone evanescente di economia semplificata. Moody’s declassa tutti da una parte, lo spread cala dall’altra.  Un miscuglio di dichiarazioni contrarie. La Grecia crolla, la Grecia ce la fa. “Non si può scendere così in basso”, “il peggio deve ancora venire”.  “La recessione del nostro paese sarà lunga”- ha detto De Benedetti. “La ripresa sarà nel 2013” – riferisce Visco. E ogni tanto, a intervalli più o meno regolari, spunta Napolitano: esce come da un orologio a cucù, chiede coesione sociale e torna dietro gli ingranaggi.  “L’Italia può farcela da sola”,  ha detto il presidentissimo,  “l’Italia non può farcela da sola” si mormorava ai piani alti dell’Fmi. Io non so se qualcuno può farcela a capirci qualcosa. Più che di slogan o di cifre sciorinate a vantaggio della tesi che si sponsorizza (disgrazia o resurrezione) forse avremmo bisogno almeno di sembrare un po’ più pacati e coerenti. Siamo tutti un po’ più poveri, siamo sempre più disoccupati, siamo ancora più precari. Siamo stanchi. Delusi. Arrabbiati.  Forse non abbiamo bisogno di inconciliabili slogan sul futuro urlati a rullo continuo. Che poi, sul fondo del barile, rimbombano di più.

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