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Archive for ottobre 2008

Facebook e politica

Si fa tanto un gran parlare di Facebook e della sua capacità di ricreare e consolidare relazioni. E allora ci siamo chiesti: il social network del momento, l’aggregatore di interessi, gruppi e amici può essere utile nell’ambiente politico? Due politici milanesi ci hanno raccontato la loro esperienza

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C’è chi ci crede

E’ come tirare un rigore. E Diego Armando è lì, fermo sul dischetto. A 11 metri di distanza, la possibilità del riscatto.

La notizia della designazione di Maradona come nuovo ct dell’Argentina incuriosisce i giovanissimi, fa sognare i nostalgici e borbottare gli scettici. Già, gli scettici. Temono che il Pibe De Oro sia inesperto, forse addirittura incapace, e comunque si augurano sotto sotto che (poverino) “non sia messo poi così male”. E visto quello che ha combinato negli ultimi anni qualche dubbio è pur lecito. Però: c’è chi crede che l’estro dell’incarnazione umana del binomio genio – sregolatezza possa far saltare gli schemi, sconvolgere le tattiche e mettere in crisi le regole del canonico modus di allenare, regalando, ancora una volta al calcio qualcosa di più. C’è chi pensa che la funzione educatrice e rieducatrice dello sport possa permettere a Diego Armando di prendersi la sua rivincita. E che ne abbia bisogno. In quanto campione indiscusso, uomo di successo, di spettacolo. In quanto uomo.

C’è quindi chi ha fiducia nel fatto che Maradona non sprecherà questa occasione. E chi crede che magari, ancora una volta, in tutta questa storia, ci sia lo zampino de “la mano de Dios”.

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Ali di leggerezza
mi hanno elevato a te.
Delicata piacevolezza di
dialogo,
riaffiora nei trascorsi
ricordi.
Era completezza,
sensazione di libera potenzialità,
contatto,
sicurezza.
Era simbiosi d’anima.
Ti ho amato
amica mia
come un dono di libertà
nel giorno di festa.


Dedicata a Mari. A quello che ha significato anche quando siamo state stupidamente lontane. In quel periodo ho avuto comunque modo di rifletterci.

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Il Parlamento lo scorso 5 agosto ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti che prevede l’affidamento diretto a società non pubblica (quindi a privati) del servizio idrico. Nel primo comma del decreto si legge che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Ne consegue che in Italia l’acqua non sarà più un bene pubblico ma assoggettato alle regole imposte dalle multinazionali. Le stesse tra l’altro che possiedono le acque minerali.

http://www.parlamento.it/leggi/08133l.htm

Il decreto, fortemente voluto dal governo, ha riscosso l’appoggio del Pd. Quando si dice accantonare le divergenze politiche e lavorare insieme per il bene comune! Approvato e convertito in legge in fretta e nel silenzio più assoluto, maggioranza e opposizione sono tornate a scannarsi. Urla e offese, energumeni tascabili e razzisti. Ma si parla di grembiulini, di graffitari, di voto in condotta, di guinzaglio ai cani. Queste sì che sono decisioni per cui vale la pena discutere e far discutere. Per il resto, tutti d’accordo e acqua in bocca

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Senza entrare nel merito della questione pro o contro Maria Star mi viene da dire: Caro Silvio, la cosa che più mi manda in bestia non sono le tue ripetute smentite a cui noi italiani siamo abituati (e forse in alcuni casi anche tristemente affezionati). Quello che non riesco ad accettare è che quando l’evidenza della realtà ti piomba addosso come un macigno, sbandierata da tutti (in modo anche grossolano è vero), quando ti rendi conto di ciò che hai detto spinto dall’euforia del momento tu non dica: fermi tutti. Scusate ragazzi, ho toppato.

Succede, caro Silvio, è umano. Chi non ti perdonerebbe uno, anche due o tre (poi basta) errori, gaffe, dietrofront? E poi lo si sa, noi italiani siamo un meraviglioso popolo che fa così presto a dimenticare! E allora mi chiedo: carissimo Silvio, perché di fronte alla verità (supportata da prova video) non riesci a resistere alla tentazione di giocare la carta dei media e quindi dei giornalisti falsificatori di realtà, manipolatori di verità? Ti aiuto a trovare una risposta: perché pensi che noi siamo così stupidi da crederci, da convincerci che, anche in questo caso, il potere di sinistra (se non sbaglio chi ha in mano la gran parte dei mezzi di informazione in Italia non è certo Scanio o Franceschini) abbia diffuso strumentalmente false verità. E allora, caro Silvio ti invito a rileggere le tue affermazioni (riportate testualmente):

Roma, 22 ottobre 2008

Vorrei dare un avviso ai naviganti, molto semplice. Non permetteremo che vengano occupate scuole e università. Perché l’occupazione di posti pubblici non è una dimostrazione di libertà, un fatto di democrazia, è una violenza. Convocherò oggi il ministro degli interni e gli darò istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell’ordine per evitare che questo possa succedere.

Pechino, 23 ottobre 2008

Non ho mai detto, né pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto che chi vuole è liberissimo di protestare ma non può imporre a chi non è della sua idea di rinunciare a un suo diritto essenziale. Ancora una volta c’è un divorzio tra informazione e realtà.

Ah, Silvio. Non erano passate neanche 24 ore. E’ vero che noi italiani facciamo presto a dimenticare, ma questa sarebbe proprio demenza senile. Va bene, visto che di realtà dobbiamo parlare, parliamone: le manifestazioni contro la riforma Gelmini sono state 300 in tutta l’Italia dal primo al 23 ottobre. Insegnanti e studenti si mobilitano da Pavia a Palermo, da Padova a Napoli. La sensazione è che in condizione di totale assenza di un’opposizione parlamentare, i giovani universitari si siano fatti portatori del fronte del no. E siano in grado di metterti in difficoltà, quanto meno in confusione. Molto più che il nostro amico Uolter. Ha ragione Feltri quando dice che in questo momento parlare male di Veltroni è come sparare sulla croce rossa. Povero Uolter: impegnato ad organizzare una manifestazione finita in 10° pagina (se va bene) nei quotidiani, spiazzata dalle foto della nuova gioventù colorata di cartelli e animata da slogan. Ma anche questa è politica. E allora, carissimo Silvio, vista la tua performance da caos, un consiglio: accanto al documento del governo “Tutte le bugie del centrosinistra” pubblicato sul sito istituzionale di Palazzo Chigi, propongo la pubblicazione di: “tutte le smentite di Silvio”. Sempre che la categoria giornalisti, a non sentirsi più continuamente citata in giudizio, non si offenda di veder ridimensionato così il proprio ruolo.

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Dopo il successo a Roma, stasera il più diffuso social network mondiale riunirà le proprie “facce” a Milano in un attesissimo raduno. Io e alcuni miei compagni del Master in Giornalismo ve lo presentiamo così….

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Tra i due litiganti, l’Orlando furioso

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I puffi sanno sempre rispettare la natura. I nani no.

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Toccava a me


Ci guardammo negli occhi. Era una di quelle sere in cui l’aria non sapeva d’asfalto. Lui era un vortice, io nelle sue mani. Iniziai a girare e girare con la testa rivolta verso l’alto e con gli occhi in cerca della sua approvazione. Ad un certo punto mi lasciò andare. Sentii come lo sfilarsi di un anello. Le sue dita scivolarono via. Restai seduta sulla sedia della mia camera per un’ora. Da sola e in silenzio.
Lo aveva già fatto. Un giorno di maggio al mare. Iniziammo a nuotare e poi a schizzarci, poi di nuovo a nuotare e a competere su chi riusciva a resistere più tempo sott’acqua. Toccava a me. Tornai su con l’euforia di chi, dopo sei tentativi, aveva vinto e con l’ultima piccola riserva di ossigeno per poter urlare (senza respirare di nuovo): “40 secondi!”.
Ma vidi il suo dorso e avvertii l’acqua scendermi dal naso alla gola. Ero troppo affaticata per rientrare anch’io. Così feci del mare il mio letto e allargai le braccia. E restai ad ascoltare il respiro farsi sempre più regolare mentre, con orgoglio, cercavo di immaginare nuovi giochi. Mi scervellai per inventarne uno in cui lui potesse vincere con facilità, sperando che così non si sarebbe stancato mai.
Ho sempre amato mio padre, ma non gli ho mai perdonato il vizio del fumo.

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Sola,

questa stanza non parla più,

ma ancora ne sento il battito.

Viva, ma spenta,

in costante attesa struggente.

Ho paura,

di riviverla con quella gioia che non tornerà;

sorrisi e rumori vivono

come ricordi.

Stanotte vecchi demoni torneranno per portarmi via

Piangerò; niente mi udirà,

così accadrà domani.

Con questi versi offro la mia anima a Dio

per lo scambio della Vita;

il respiro trema dentro di rabbiosa sofferenza.

È pace intorno, nella volontà di donare per amare.

Nel sogno di abbandonarsi a queste mura per sempre.

La stanza accesa: occhi rinvigoriti di nuova linfa,

e ancora tanti ricordi rumorosi da inventare.

Io li sentirò.

Sarò…..felice.

 

 

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